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Semina in semenzaio, esperienza e considerazioni sulle prove fatte finora.

Semina in semenzaio, esperienza e considerazioni sulle prove fatte finora.

Il punto di approccio all’orto e al giardinaggio è sempre personale, e per questa ragione c’è chi preferisce acquistare le piantine magari dall’agraria locale per piantarle quindi subito, saltando il processo di semina e germogliamento, e chi invece preferisce per varie ragioni non saltare tale processo.

Personalmente appartengo alla seconda categoria, ovvero a quelli che vogliono seguire tutto il processo delle piantine, dalla semina, alla germogliazione, alla crescita ed ho le mie ragioni. La principale ragione è che la semina apre la strada all’uso di qualsiasi varietà di cui possiamo procurarci i semi, via Internet, mentre chiaramente all’agraria non sarà possibile trovare quello che si desidera. Come secondo motivo, c’è la possibilità di sperimentare periodi di semina diversi da quelli suggeriti, ovvero di usufruire di una certa flessibilità, necessaria ormai per i cambiamenti climatici. Il terzo motivo è il costo, sia delle piantine e sia dei semi. Imparando a seminare e a fare germogliare le proprie piantine dal seme, si può arrivare nella maggior parte dei casi, a coprire l’intero ciclo, recuperando anche i semi poi dalle nostre stesse piantine quando arriveranno alla loro fine.

D’altra parte, chi preferisce acquistare le piantine già pronte non è che sia uno sciocco, le ragioni per farlo, sono molto semplici e banali. Il processo di semina e germogliazione non è banale, e può compromettere se non fatto bene, la riuscita del proprio progetto di coltivazione di determinate piante. Chi compra le piantine già pronte, questo lo sa, e lo fa quindi per non avere troppi problemi e andare sul sicuro.

Naturalmente se comprassimo le piantine pronte, questo articolo non avrebbe senso, e quindi proseguiamo sulla discussione della semina e della germogliazione fai da te.

La semina in proprio, autonoma, come ho già accennato, non è una operazione da considerare banale, e richiede delle scelte, e delle strategie pianificate in anticipo per non incappare in autentiche disfatte.

I problemi a cui possiamo andare incontro sono molteplici e naturalmente dipendono anche dal tipo di pianta/ortaggio, e dal periodo o dalle condizioni usuali ed ambientali in cui ci troviamo.

La prima divisione è sicuramente tra semina in semenzaio e semina diretta in campo. Questa scelta va fatta in base al periodo e al tipo di pianta, ci sono alcune piante poi che non sono molto facili da trapiantare e che è quindi meglio seminare direttamente sempre in campo, come i legumi. Altre come le cucurbitacee possono essere tranquillamente piantate in campo se non c’è rischio di gelate, perchè hanno una percentuale di germogliazione molto alta e le piantine sono già grandicelle rispetto ad eventuali erbe infestanti. Le piantine piccole alla germogliazione sono una delle classi di problemi, e in questi casi è quasi sempre preferibile piantarle in semenzaio e poi ripiantarle, ma comunque non sempre.

Quindi secondo le mie esperienze che comunque non sono di lunga durata, e sono comunque hobbistiche, mi sento di suggerire questo breve schema:

  • Leguminacee, sempre direttamente in campo.
  • Cucurbitacee, dipende dalle condizioni climatiche.
  • Solanacee, è sempre preferibile gestirle dal semenzaio.
  • Cipolle da seme, semenzaio e poi trapianto.
  • Verdure a foglie come insalate, spinaci e simili, semenzaio e trapianto.
  • Carote, direttamente in campo.
  • Aneto, direttamente a destinazione, ma è possibile trapiantarlo.
  • Salvia, semenzaio e trapianto.
  • Liquirizia, semenzaio e trapianto.

Per la semina in campo, ci sono varie tecniche, che magari poi approfondiremo in altri articoli, brevemente di solito si piantano alcuni semi per ogni posizione desiderata, oppure si semina a spaglio, sparpagliando i semi su una determinata superficie.

Lasciando il discorso della semina in pieno terreno, passiamo ora alla semina controllata in semenzaio.

La prima cosa da prendere in considerazione è il semenzaio stesso, ovvero il luogo dove mettere i semi, l’ambiente, i vasetti.

Innanzitutto, possiamo avere il semenzaio invernale/primaverile e quello estivo/autunnale, che per ovvie ragioni avranno problemi diversi. Nel semenzaio invernale/primaverile, il nostro problema sarà proteggere le germogliazioni e le piantine dal freddo, mentre al contrario nel semenzaio estivo/autunnale dovremo proteggerle dai raggi diretti del sole ed eventualmente dal calore eccessivo.

Quindi solitamente per il semenzaio invernale/primaverile è bene procurarsi un luogo, tipo piccola serra, oppure box serrette, dove riparare i vasetti dal fretto, e quando è possibile riscaldare anche queste serre o serrette, con varie tecniche.

Nel semenzaio estivo/autunnale, invece una idea può essere coprire le precedenti serre primaverili con teli ombreggianti.

Ci sono varie cause possibili se i nostri semi non germogliano.

  • Alcuni semi di alcune piante, germogliano solo in determinati periodi dell’anno, o in determinate condizioni ambientali o di temperatura, di PH del terreno.
  • A volte i semi germogliano, ma qualche animaletto mangia i germogli, creando l’impressione che questi non siano mai germogliati.
  • Alcune piantine sono sensibili ai movimenti del terriccio, e quindi servono tecniche di annaffiatura delicate.
  • Quando il terriccio è troppo compatto, alcuni semi potrebbero non riuscire a germogliare.
  • I semi non sono sempre buoni, quando si acquistano, fare sempre attenzione alla scadenza, e in ogni caso possono variare in percentuale di germogliazione, da varietà a varietà.
  • Una volta germogliati, le piantine vanno seguite con accortezza, in base anche alla varietà e alla specie.

La germogliazione dei semi è solo il primo passo del lavoro di un semenzaio, il secondo è la crescita necessaria fino al punto per potere spiantare le nostre piantine.

Come si può evincere facilmente, per quanto riguarda la germogliazione, una particolare importanza l’ha il terriccio che useremo nel tentativo di fare germogliare i nostri semi. Il terriccio deve avere caratteristiche ben precise, deve essere drenante, sciolto, non si deve compattare facilmente alle prime innaffiature, e deve essere preparato e fertilizzato in un certo modo, per la prima fase di germogliatura e la successiva di pre crescita, ma parlerò del terriccio da semina in un articolo specifico.

In questo articolo voglio concludere invece con il secondo elemento importante per la riuscita delle semine, ovvero i vasetti, o contenitori di semina.

Naturalmente le mie sono sempre considerazioni personali, basate sulle mie esperienze e sulle conclusioni che io ne ho colto, sulle quali potrei anche sbagliare e che potrebbero non essere adatte al proprio caso, tuttavia mi sento di sconsigliare ampiamente i vasetti piccoli di torba.

Questi vasetti che vedete in foto, mi sono sembrati una bellissima idea, ma poi ho capito che sono pessimi, ed è una pessima idea utilizzarli per qualsiasi cosa voi vogliate seminare.

Innanzitutto sono troppo piccoli e questo significa che dovreste spiantare subito le piantine in vasetti più grandi se non vorreste vedere per sempre le vostre piantine rimanere microbi che non crescono. Questo perchè essendo piccoli vasetti, la quantità di terriccio e relativo nutriente è limitato, e quindi una volta spuntate le piantine, difficilmente cresceranno bene o abbastanza. Questo dovrebbe già fare capire perchè sono da squalificare con cartellino rosso.

Infatti, l’idea alla base di questi vasetti è proprio quella di poterli piantare assieme alle piantine, quando cresciute nel terreno, ma queta idea decade subito per due problemi che si verificano con questi vasetti. Il primo è quello che le piantine smettono di crescere subito, e il secondo è che le radici si avvinghiano alle pareti, condannando le vostre piantine allo gnomismo per settimane anche se decideste di piantarle subito nel terreno con il vasetto. Qualora decideste di rompere i vasetti mentre le spiantate, le radici avvinghiate sarebbero facilmente danneggiate, condannando ancora al nanismo iniziale le vostre piantine. Io consiglio di non usarli, sembrano una buona idea, ma in realtà sono una pessima idea. Inoltre per molte piantine da semenzaio esigenti, come le cucurbitacee e le solonacee sono un autentico pianticidio programmato dei germogli, siccome sia le cucurbitacee che le solonacee hanno bisogno di quantità considerevoli di nutrimento e questi vasetti non sono assolutamente adatti a sostenerne la crescita iniziale.

La mia opinione e breve esperienza con i vasetti, mi porta a consigliare l’odiata plastica oppure delle are, tipo cassette di legname dove però le piantine hanno tutto il loro spazio per nascere e per la loro crescita iniziale.

Torniamo però ai vasetti di plastica. La plastica è indispensabile, il problema non di per se la plastica, ma l’uso che se ne fa, quindi in questo, sicuramente dovremmo scegliere quei vasetti durevoli che potremo riciclare per anni.

Ho provato vari vasetti, e all’inizio ero entusiasta di questi vasetti da 9 cm, però poi con il tempo, qualcuno di questi l’ho visto sfaldarsi letteralmente e questo è proprio quello che non vogliamo. Chiaramente il mio sospetto è che molti di questi vasetti che sono venduti da diverse marche, potrebbero essere stati creati con plastiche non durevoli, anche biodegradabili ma questa non è una cosa positiva perchè noi non possiamo sapere se siamo di fronte ad una plastica biodegradabile o a una plasticaccia poco durevole, quindi li metterei nel limbo. Questi vasetti mi erano piaciuti anche perchè quadrati. Il mio consiglio è di non scartarli, ma qualora li usaste, di segnarvi le marche, e verificare quali si romperanno e quali no, in modo da identificare quelli buoni e quelli no, le marche da cestinare e quelle da scegliere.

Molti usano gli alveoli in plastica delle piantine comprate all’agraria, probabilmente sono buoni, non avendoli però mai visti finora, siccome non ho ancora comprato piantine pronte dall’agraria, non esprimo al riguardo la mia opinione.

Un altro tipo di vasi che ho usato ultimamente, sono questi che sembrano fatti di una plastica poco resistente, ma che in realtà è si poco resistente, ma sembra durevole se maneggiata con cura. Il difetto di questi vasi è che sono tondi.

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